Carl William Brown – Libri
La letteratura non deve limitarsi ad elogiare i potenti ed a consolare i perdenti.
La letteratura non deve limitarsi ad elogiare i potenti ed a consolare i perdenti.
Chiudo gli occhi e penso all’angolo del cuore dove sta racchiuso tutto questo stupido dolore. Dove gli altri sono felici senza di me, dove nessuno sa che esisto, che sto qui con i capelli che sanno di pino e con in testa una canzone […] Gli occhi chiusi mi mandano immagini che fanno ancora più male. E allora cavolo li riapro e tutto è finalmente sfocato. C’è un suono lontano. Dentro ci sono le sue risate e la voce di pistacchio. Poi il suono insiste e diventa un trillo. Il cellulare. Mi tremano le mani mentre apro la tasca esterna dello zaino e lo prendo, concentrata sul numero che appare. Non rispondo. Non rispondo. È lui. È lui. Non è possibile. […] Non rispondo. Tu sei felice anche senza di me. Io no. Però. Smette di squillare nell’attimo che premo il pulsante di risposta. Il silenzio mi fa venire il singhiozzo.
A seguito di grandi mutamenti, l’alto tradimento di ieri diventa il diritto di oggi ed il diritto di ieri l’alto tradimento di oggi, perciò l’unica è tradire sempre.
Pupi siamo caro Fifi, lo spirito santo entra in noi e si fa pupo.
Harry Potter era un ragazzo insolito sotto molti punti di vista. Prima di tutto, odiava le vacanze estive più di qualunque altro periodo dell’anno. Poi voleva davvero fare i compiti, ma era costretto a studiare di nascosto, nel cuore della notte. E per giunta era un mago.Era quasi mezzanotte, e Harry era steso sul letto a pancia in giù, le coperte tirate sulla testa come una tenda, una torcia in mano e un grosso libro rilegato in pelle (Storia della magia, di Adalbert Incant) aperto e appoggiato sul cuscino. Fece scorrere la punta della penna d’aquila sulla pagina, aggrottando le sopracciglia, alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarlo a scrivere il tema: Perché i roghi di streghe nel Quattordicesimo secolo furono completamente inutili.
A che serve scrivere se quel che scrivi non sarà mai letto da altri?
Vedendoli varcare la soglia del St Patrick’s, Thomas Carter era solito paragonare quei giovani a libri in bianco, sulle cui pagine lui aveva l’incarico di scrivere i primi capitoli di una storia che non gli sarebbe mai stato consentito terminare.