Gabriel García Márquez – Libri
Se vuoi diventare ricco scrivendo, scrivi di cose che sono lette da persone che muovono le labbra quando leggono a se stessi.
Se vuoi diventare ricco scrivendo, scrivi di cose che sono lette da persone che muovono le labbra quando leggono a se stessi.
No, non è un fantasma; è un uomo del cielo e della terra, ecco tutto.
Un’opera non dovrà mai “piacere”, “entusiasmare”, ma “interessare”, o almeno “incuriosire”. I giudizi positivi dovranno essere espressi con i seguenti aggettivi (assolutamente vietati i rozzi “bello”, “grosso”, “brutto”): “intrigante” (molto in voga, ma in lieve declino), “ben strutturato”, “esperto”, “rilevante”. I negativi: “fragile”, “futile”, “irrilevante”, “supponente”; il colmo della ripulsa si esprime con l’aggettivo aulico “turpe”.Assolutamente vietato il turpiloquio in conversazioni letterarie, eccezion fatta per l’efficace definizione “stronzo”, ma pronunciata a bassa voce e con un risolino d’intesa. Fareste ridere gli stanti al solo pronunciare locuzioni quali “alla grande”, “al limite”, “chiaramente”, “non c’è problema”, “è il massimo”, “mi pare giusto”. Fra i giochi di carte, consigliabili i tarocchi, tollerato il tresette.
La letteratura è mentire bene la verità.
Soltanto le emozioni estreme sono all’origine della creatività spontanea. Che soltanto molti anni dopo sarà scrittura.
A volte percepiva, nella profondità dell’anima, una voce lieve, spirante, che piano lo ammoniva, piano si lamentava, così piano ch’egli appena se ne accorgeva. Allora si rendeva conto per un momento che viveva una strana vita, che faceva cose ch’erano un mero gioco, che certamente era lieto e talvolta provava gioia, ma che tuttavia la vita vera e propria gli scorreva accanto senza toccarlo. Come un giocoliere con i suoi arnesi, così egli giocava coi propri affari e con gli uomini che lo circondavano, li osservava, si pigliava spasso di loro: ma col cuore, con la fonte dell’essere suo, egli non era presente a queste cose. E qualche volta rabbrividì a simili pensieri, e si augurò che anche a lui fosse dato di partecipare con la passione di tutto il suo cuore a questo puerile travaglio quotidiano, di vivere realmente, di agire realmente e di godere e di esistere realmente, e non solo star lì come uno spettatore.
C’è gente che muore e, con tutto il rispetto, non ci si perde niente. Ma lui era uno di quelli che quando non ci sono più lo senti. Come se il mondo intero diventasse, da un giorno all’altro, un po’ più pesante. Capace che questo pianeta, e tutto quanto, resta a galla nell’aria solo perché ci sono tanti Bartleboom, in giro, che ci pensano loro a tenerlo su. Con quella loro leggerezza. Senza aver la faccia da eroi, ma intanto tengono su la baracca. Sono fatti così.