Giulio Ranzanici – Libri
Tutto sommato scrivere mi annoia meno che divertirmi.
Tutto sommato scrivere mi annoia meno che divertirmi.
I libri scelgono i loro autori; l’atto della creazione non è interamente razionale e cosciente.
C’è gente che muore e, con tutto il rispetto, non ci si perde niente. Ma lui era uno di quelli che quando non ci sono più lo senti. Come se il mondo intero diventasse, da un giorno all’altro, un po’ più pesante. Capace che questo pianeta, e tutto quanto, resta a galla nell’aria solo perché ci sono tanti Bartleboom, in giro, che ci pensano loro a tenerlo su. Con quella loro leggerezza. Senza aver la faccia da eroi, ma intanto tengono su la baracca. Sono fatti così.
Per uno scrittore creativo, possedere la verità è meno importante di una sincerità emozionale.
Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo.
“Meglio tentare di conquistare l’eternità, che essere tormentati dai rimpianti” Seth.
“A” non si chiamava A. E come avrebbe potuto? “A” va benissimo per cominciare l’alfabeto, ma come nome proprio è inammissibile. Nessun genitore battezzerebbe A il proprio primogenito per quanto figlio di puttana possa essere.
I libri scelgono i loro autori; l’atto della creazione non è interamente razionale e cosciente.
C’è gente che muore e, con tutto il rispetto, non ci si perde niente. Ma lui era uno di quelli che quando non ci sono più lo senti. Come se il mondo intero diventasse, da un giorno all’altro, un po’ più pesante. Capace che questo pianeta, e tutto quanto, resta a galla nell’aria solo perché ci sono tanti Bartleboom, in giro, che ci pensano loro a tenerlo su. Con quella loro leggerezza. Senza aver la faccia da eroi, ma intanto tengono su la baracca. Sono fatti così.
Per uno scrittore creativo, possedere la verità è meno importante di una sincerità emozionale.
Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo.
“Meglio tentare di conquistare l’eternità, che essere tormentati dai rimpianti” Seth.
“A” non si chiamava A. E come avrebbe potuto? “A” va benissimo per cominciare l’alfabeto, ma come nome proprio è inammissibile. Nessun genitore battezzerebbe A il proprio primogenito per quanto figlio di puttana possa essere.
I libri scelgono i loro autori; l’atto della creazione non è interamente razionale e cosciente.
C’è gente che muore e, con tutto il rispetto, non ci si perde niente. Ma lui era uno di quelli che quando non ci sono più lo senti. Come se il mondo intero diventasse, da un giorno all’altro, un po’ più pesante. Capace che questo pianeta, e tutto quanto, resta a galla nell’aria solo perché ci sono tanti Bartleboom, in giro, che ci pensano loro a tenerlo su. Con quella loro leggerezza. Senza aver la faccia da eroi, ma intanto tengono su la baracca. Sono fatti così.
Per uno scrittore creativo, possedere la verità è meno importante di una sincerità emozionale.
Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo.
“Meglio tentare di conquistare l’eternità, che essere tormentati dai rimpianti” Seth.
“A” non si chiamava A. E come avrebbe potuto? “A” va benissimo per cominciare l’alfabeto, ma come nome proprio è inammissibile. Nessun genitore battezzerebbe A il proprio primogenito per quanto figlio di puttana possa essere.