Plinio Il Vecchio – Libri
Non c’è libro tanto cattivo che in qualche sua parte non possa giovare.
Non c’è libro tanto cattivo che in qualche sua parte non possa giovare.
Daniel ricambiò, ma non potè fare a meno di notare ancora una volta quanto Ian fosse cambiato dal giorno terribile del ritorno. Sorrideva spesso, come sempre, ma il suo sorriso non era più quello di prima e non si rifletteva più negli occhi come aveva sempre fatto. Nello sguardo c’era il buio, una tristezza infinita che non scompariva mai.
“Non devi pensare che io sia infelice: non lo sarò mai più.” Mi lasciò secco, quella frase. Aveva la faccia di uno che non scherzava, quando la disse. Uno che sapeva benissimo dove stava andando. E che ci sarebbe arrivato. Era come quando si sedeva al pianoforte e attaccava a suonare, non c’erano dubbi nelle sue mani, e i tasti sembravano aspettare quelle note da sempre, sembravano finiti lì per loro, e solo per loro. Sembrava che inventasse lì per lì: ma da qualche parte, nella sua testa, quelle note erano scritte da sempre.Adesso so che quel giorno Novecento aveva deciso di sedersi davanti ai tasti bianchi e neri della sua vita e di iniziare a suonare una musica assurda e geniale, complicata ma bella, la più grande di tutte. E che su quella musica avrebbe ballato quel che rimaneva dei suoi anni. E che mai più sarebbe stato infelice.
“Domande eccellenti”. “È quello che voi scienziati sembrate non capire mai: i perché sono sempre più importanti dei come”.
– Solo gli imbecilli non hanno dubbi.- Ne sei sicuro?- Non ho alcun dubbio.
I venti del destino stanno per portarci via, ognuno sulla sua rotta.
Ogni tanto mi chiedevo se i miei occhi e quelli del resto del mondo vedessero le stesse cose. Forse il mio cervello era difettoso.