Carlo Dossi – Libri
Un libro indegno di essere letto una seconda volta è indegno pure di essere letto una prima.
Un libro indegno di essere letto una seconda volta è indegno pure di essere letto una prima.
La fine di un libro è l’inizio di un vuoto dentro.
Che cosa buffa quella. Voglio dire, lei era giovanissima e via discorrendo, e se vedete una ragazzo che mette la mano sulla nuca di qualcuno, sono sempre quasi tutte sui venticinque o i trent’anni, e di solito lo fanno ai loro mariti o ai loro bambini… ma se lo fa una ragazza giovanissima eccetera eccetera, è così carino che rischi di restarci secco.
Se non scrivo per una settimana mi ammalo, non riesco più’ a camminare, mi gira la testa, vomito, non mi alzo dal letto. Ho bisogno di scrivere a macchina. Se mi tagliassero le mani scriverei con i piedi. Sicché’ non ho mai scritto per i soldi, ho scritto per questo stimolo imbecille.
Scrivere mi fa bene. Lo sento. Anche quando scrivo cose tristi, qualcosa in me si tranquillizza, sento di avere uno scopo.
La gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo in una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per cui è nata. Allora, li, è felice. Il resto del tempo, è tempo che passa ad aspettare o a ricordare. Quando aspetti o ricordi non sei né triste né felice. Sembri triste, ma è solo che stai aspettando, o ricordando. Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda. Semplicemente è lontana.
Non avevo altro a cui attaccarmi se non la fantasia e me la facevo bastare. Del resto non dovevo fare altro che fingere una vita parallela, per poi rifugiarmi nei miei sogni. Ed essere veramente felice.