Blaise Pascal – Libri
Ci sono di quelli che parlano bene e non scrivono bene. È perchè il luogo, la presenza della gente, li riscalda e trae fuori dal loro animo più di quanto essi non sappiano trovarvi senza quel calore.
Ci sono di quelli che parlano bene e non scrivono bene. È perchè il luogo, la presenza della gente, li riscalda e trae fuori dal loro animo più di quanto essi non sappiano trovarvi senza quel calore.
Un libro senza lettore è come un corpo senza anima!
Nessuna esistenza è uguale a un’altra. E magari non ci incontreremo mai più. Ma io voglio che tu sappia che ti ho amato per tutta la vita. Che ti ho amato prima di conoscerti. Che sei parte di me.
Se vivi nel tuo tempo, certi libri li respiri nell’aria.
Era inverno a Belleville e c’erano cinque personaggi. Sei contando la lastra di ghiaccio. Sette, anzi, con il cane che aveva accompagnato il Piccolo dal panettiere. Un cane epilettico, con la lingua che gli penzolava da un lato.
Era così bello trovarsi lì. Così giusto. Non si era mai resa conto di quanto le cose fossero andate avanti in modo sbagliato fra loro fino a quel momento, in cui tutto si era chiarito. Era questo che lei si ricordava, la sensazione provata quella prima, splendida sera in cui Stefan l’aveva tenuta fra le braccia. Tutta la dolcezza e la tenerezza del mondo si raccolsero in mezzo a loro. Elena si sentì a casa, era quello il suo posto. E lo sarebbe stato per sempre. Tutto il resto fu dimenticatocome i primi giorni, Elena sentì che poteva quasi leggere i pensieri di Stefan. C’era un legame fra loro, erano uno parte dell’altra. I loro cuori battevano all’unisono. Mancava solo una cosa perché tutto fosse perfetto. Elena lo sapeva e tirò indietro i capelli, scostandoli dal lato del collo. E questa volta Stefan non protestò né la respinse. Invece di un rifiuto, le comunicò un senso di profonda accettazione… e di profondo bisogno. Sentimenti di amore, di piacere, di comprensione la travolsero, e con gioia incredula si rese conto che erano gli stessi di Stefan. Per un attimo, si riconobbe nei suoi occhi, e percepì quanto lui la amasse. […] quando Elena sentì cedere le ginocchia, Stefan la fece sedere sul letto. E poi si tennero stretti, ignari del temo che passava e di tutto il resto. Sentì che esistevano solo lei e Stefan. “Ti amo” le disse con dolcezza. […] la amava. L’aveva sempre saputo, ma lui non l’aveva mai detto prima di allora.
Voleva dargli l’impressione di essere naturale. Dio non voglia che lui capisca cosa significhi per me vederlo.