Giovanni Pastore – Morte
Commettere gravi errori è un po’ come morire, non c’è possibilità di tornare indietro. Gli errori però possono essere evitati, la morte invece no, quella è inevitabile.
Commettere gravi errori è un po’ come morire, non c’è possibilità di tornare indietro. Gli errori però possono essere evitati, la morte invece no, quella è inevitabile.
I morti hanno la fortuna, rispetto ai vivi, di non poterci deludere.
Avrei voluto lasciare un segno, ma sto morendo. Non sono riuscito a realizzare neppure uno dei miei sogni. Dolore sordo allo stomaco per via della pallottola. Afferro un rametto e incido un solco sulla terra.
Non si muore solo di morte, si muore ogni giorno di dolore, si muore piano piano, giorno per giorno, ogni volta che non puoi cambiare cosa ti sta uccidendo, ogni volta che si chiude una storia, ogni volta che le delusioni ti feriscono, ogni giorno muori e rinasci per una nuova morte nel cuore.
Perchè pianto? Perchè sconforto? L’Amore è con noi, l’Amore è in noi: unica forza del mondo. Avanti, insieme verso la Luce e la Gioia, arrivederci in Dio.
Vorrei solo addormentarmi, ma vorrei risvegliarmi in un’altra vita.
Vorrei per gioco strapparmi il cuore, e cogliere in quel lungo e intenso attimo l’essenza di quel dolore, che a volte si prova per un’amore perduto o ancora peggio per un amico deceduto. Per l’emozioni vissute che sembran sbiadite dal tempo tiranno che l’ha logorate, ma mai cancellate. Sfoglio nel diario dei ricordi, trovo gli amici che avevo, l’incontro oggi in un triste mutismo, ma mamma mia allora quanto ridevo, un lacrima inumidisce il mio viso, che con il mio cuore i ricordi aveva sfogliato, per trovare un amico ormai sopito in un sonno eterno e nel marmo scolpito.