Lucio Anneo Seneca – Morte
Che c’è di tanto ridicolo quanto cercare la morte, se proprio per paura della morte ti sei reso la vita impossibile?
Che c’è di tanto ridicolo quanto cercare la morte, se proprio per paura della morte ti sei reso la vita impossibile?
La terra parla dalle sua fondamenta, la nuova bellezza del mondo esprime in sottofondo la lingua della morte, e non quella dell’infinito, del male, e non del bene. Verità matematica, sorda ai desideri di immortalità di una carne che resta sempre quella che è. La maledizione di Dio e degli angeli per rapirmi e macellarmi, raccontano la loro vera forma e intenzioni, o illusioni, e indirettamente un’altra verità: quello che macellano, lo spirito di una sola persona, fa brillare l’universo di nuove generazioni, uno spirito molto più grande di quello di Dio e degli angeli, che per questo non porterà mai eternità, né speranze di altri futuri.
Spesso è inutile e vana la volontà non di chi intraprende cose facili, ma di chi vuole che siano facili le cose che ha intraprese.
Visto che l’estinzione eterna dell’universo e di tutte le dimensioni, del tempo, dello spazio, della materia, dell’essere, dello spirito, della vita e dei sogni, avverrà perché Dio e il Figlio, il serpente e il vampiro, si stanno bevendo e mangiando lo spirito che si prendono dalla mia macellazione o “penetrazione”, se non li avvertissi non avrei coscienza.
La sfrontatezza degli uomini è tale che, sebbene abbiano ricevuto molto, si sentono come offesi, perché avrebbero potuto ricevere di più.
Al mio funerale vorrei una festa, per far vedere alle persone che senza di me non ci si diverte.
Il sonno è il fratello gemello della morte.