Francesca Alleva – Musica
Voglio una moto. Con questa andrei in giro per concerti, a far lavori dove capita per pagare benzina e prossimo evento musicale. Voglio morire schiacciata dalla musica, in un concerto. Sola, dove sola non sarei mai.
Voglio una moto. Con questa andrei in giro per concerti, a far lavori dove capita per pagare benzina e prossimo evento musicale. Voglio morire schiacciata dalla musica, in un concerto. Sola, dove sola non sarei mai.
La scuola è esercitarsi per il futuro e l’esercizio rende perfetti. Ma nessuno è perfetto, quindi perché esercitarsi?
Prendi uno come me, che suona il contrabbasso da quando aveva quattordici anni. Io ho seguito la sua evoluzione: da un semplice strumento pizzicato in due tempi alla completa libertà di musicisti come Stanley Clarke… Mi sono trovato in situazioni in cui i colleghi mi incitavano: sei libero; e io rispondevo: un momento, non so se voglio esserlo. Ho suonato con musicisti giovani che non conoscono che la libertà. Non sanno come si suona a tempo e quanto lo si può apprezzare… Eppure mi piace quello che oggi succede al basso. Alcuni dei giovani che suonano il contrabbasso come una chitarra sono fantastici. Ma io, adesso come prima, preferisco suonare a tempo: ritmo con un buon sound, che non potrà mai essere sostituito da qualcos’altro. È come il battito del cuore.
Quanta musica sopraffatta dal ritmo, distrutta dai rumori, sminuita dai volumi, e quanto pentolame ben suonato e furbescamente proposto per far muovere il culo, viene scambiato per musica.
La musica è l’unica cosa libera che è rimasta in questo pianeta.
Tutto ciò che avrei voluto dire, e non mi è stato concesso, lo scrivo nei miei testi. Una canzone arriva sempre a destinazione.
Ho sentito interpreti straordinari anche con violini meno famosi. Il suono viene da dentro di noi, non da fuori.