Klara Erzsebet Bujtor – Poesia
Per me esprimere i propri pensieri, come aprire la gabbia di un uccellino imprigionato e lasciar libero di volare…
Per me esprimere i propri pensieri, come aprire la gabbia di un uccellino imprigionato e lasciar libero di volare…
Scrivo e leggo, leggo e scrivo. Le emozioni spingono la mia penna e muovono i miei arti. Più scrivo e più voglio scrivere; il mio cervello sembra non volersi fermare e il mio cuore continua a dettare. Mi rivedo in questi righi larghi, paralleli: in ogni rigo sono sempre io ma ogni rigo è, anche, un me diverso. Scrivere è parlare e parlarsi.
Il silenzio ha il rumore di un fischio. L’assenza diventa esigenza di dimenticare. Il mio fianco è vuoto e le mani rosicchiate. Ieri ero io ed oggi il passato. Nessuno intorno. Nulla all’orizzonte. Non è rabbia non è tristezza: è solo un accorgersi, un capire. Semplicemente un passaggio tra te e il domani.
In apparenza s’accetta le circostanze, ma solo lui lo sa cosa porta nel cuore, cosa nasconde nei suoi sogni.
Solo in un mondo dove ci sono gru e orsi la poesia può sopravvivere.
Punto di vista:l’inferno è il paradiso del diavolo.Per andare nel paradiso bisogna morire,la morte è infernale,Per andare nell’inferno non bisogna morire,è qui, vicino a noi nella povertà, disperazione, sofferenza,dei poveri diavoli.
Non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri.