Winston Churchill – Politica
Mi piacciono gli italiani, vanno alla guerra come fosse una partita di calcio e vanno a una partita di calcio come fosse la guerra…
Mi piacciono gli italiani, vanno alla guerra come fosse una partita di calcio e vanno a una partita di calcio come fosse la guerra…
Sono qua oggi davanti a voi, non come un profeta, ma come un umile servitore del popolo. Metto i restanti anni della mia vita nelle vostre mani. In nome dell’eroica lotta del nostro popolo per instaurare la giustizia e la libertà, per tutti, nel nostro paese.
Una buona manovra finanziaria ed una quotidiana saggia gestione dello stato potrebbero essere fatte leggendo e selezionando le proposte dei cittadini ed ascoltando ciò che propongono.Avrebbe costi sicuramente più bassi, risultati migliori, e soprattutto eliminerebbe presenze quotidiane di personaggi diventati ormai insopportabili.
Gli italiani sono una immensa coda alla quale manca un capo.
– Gli intriganti hanno sempre bisogno di inventare un partito pericoloso. È un vecchio gioco. No, ci vuole al governo un partito di persone indipendenti come te e me.- Ma perché poi? – Vronskij nominò alcuni personaggi importanti – Questi non sono mica indipendenti?- Non lo sono perché non hanno avuto fin dalla nascita l’indipendenza materiale e non sonon vissuti accanto al sole come noi. Questi si possono comprare col denaro o con gli onori. E per mantenersi al potere essi debbono crearsi una linea da seguire, nella quale essi medesimi non credono e che è nociva: ma è il solo mezzo che abbiano per ottenere una casa dello Stato e un lauto stipendio. Cela n’est pas plus fin que ca, quando guardi il loro giuoco. Forse io sono più stupido di loro benché non veda perché dovrei essere più stupido di loro. Ma io e te abbiamo un vantaggio su di loro: cioè, è più difficile comprarci.E perciò uomini come noi sono necessari.
Sir Miles!, Dio mi benedica, avevo completamente dimenticato di essere cavaliere! Santo Cielo, come è straordinaria la memoria di questo ragazzo per quanto concerne i ghiribizzi e le bizzarre fantasticherie della sua follia! Quello che mi ha conferito è un titolo vuoto e pazzesco, eppure non sembra cosa da poco averlo meritato, poiché, secondo me, v’è più onore nell’essere ritenuto degno della nomina di cavaliere fantomatico in questo suo Regno dei Sogni e delle Ombre, che nell’essere giudicato abominevole abbastanza per divenire conte di qualche vero regno di questo mondo!
Chiedere di essere aiutati non significa affatto desiderare un aiuto (…). È curioso che spesso i volontari si comportino come un’anima bella, per dirla con le parole di Hegel, su questo punto. La pretesa di portare il bene all’altro è sempre fonte di fraintendimenti disastrosi. Pretendere di portare un aiuto, qualsiasi aiuto, all’altro è un modo per soddisfare il proprio narcisismo illudendosi che sentirsi utili sia anche un modo per esserlo davvero, mentre il più della volte si sta umiliando chi si pretende di aiutare.