Arturo Donadoni – Religione
Sarò giudicato per l’operato, non per la religione che ho abbracciato.
Sarò giudicato per l’operato, non per la religione che ho abbracciato.
Se è tanto grande il tuo desiderio di avvicinarti a Dio, allora muori.
Dio: una malattia dalla quale immaginiamo di essere stati curati perché nessuno ai nostri giorni ne rimane vittima.
Quando sarò in punto di morte, rivolgendomi a Dio, gli dirò: “è stato un onore ed una fortuna aver partecipato a questo gioco.”
Se mi etichetti mi annulli.
Le strade percorribili sono due: una cattiva e l’altra buona. Sei venuto per farci capire quale seguire; nonostante il tuo insegnamento, il più delle volte scegliamo la peggiore, quella della perdizione. Il bene dovremmo capire dove porta, invece troppe volte ci prodighiamo per inseguire il male. Spesso addirittura ce la prendiamo con te; il male, noi lo creiamo, noi lo subiamo. Forse questo è nulla rispetto a ciò che ci attende. Poveri noi.
Nell’Islam non esistono costrizioni. Nessuno ha il diritto di obbligarvi a dire preghiere, né Dio né vostro padre. Quindi siete liberi, pensateci; la cosa fondamentale è non rubare, non mentire, non picchiare chi è debole e chi è malato, non tradire, non calunniare chi non ha fatto nulla, non maltrattare i propri genitori e soprattutto non commettere ingiustizie.