Marcello Macri – Religione
Di norma sono agnostico, ma se sento parlare un bigotto divento ateo.
Di norma sono agnostico, ma se sento parlare un bigotto divento ateo.
Tra un po sarà natale, anche tra i cieli lassù e a te, caro Gesù bambino, mi prostro e rivolgo la mia semplice preghiera. Sai, lì con te hai un angelo, che per me vale tutto, più della mia stessa vita. Visto che tu sei affiancato da tantissimi angioletti e, magari, manco te ne accorgi della sua assenza. Mi rimandi sulla terra “ò creature mio”, regalami questo sogno! Mi renderesti quella pace che ho perduto, mi ritornerebbe la forza di vivere, solo per il piacere di poterlo stringere con l’immenso amore al mio cuore. Mi ridoneresti la gioia di vederlo crescere e diventare uomo. Nel mio cuore c’è il vuoto che lui ha lasciato e che mai nessuno può colmare, la mia triste malinconia, soprattutto in questo giorno santo ha solo il suo nome… il suo volto riflette nel mio umido sguardo. Per me non è mai più natale, nella mia casa mancherà il mio piccolo Gesù. Addio cuore di papà… sappi che il mio corpo vive sulla terra, ma la mia anima e il mio cuore sono lì con te!
Che assurda visione sarebbe che Dio non fosse perfetto, che stesse ancora imparando e che, invece, il Diavolo avesse imparato tanto da arrivare ormai a disprezzare il suo lavoro, implorando di esserne lasciato fuori, che tanto l’uomo ormai basta da sé.
Credere in Dio ci da la speranza di ritrovare un giorno chi abbiamo amato.
La preghiera deve essere la chiave che apre il giorno e il catenaccio che chiude la notte.
Noi atei crediamo di dover agire secondo coscienza per un principio morale, non perché ci aspettiamo una ricompensa in Paradiso.
La vita di Cristo è per me una regola di vita, la sua morte è il mio riscatto della morte.