Pasqualino Clemente – Religione
Io definisco l’ateo come a una persona che entra in una casa, trova una tavola imbandita di cibi succulenti, approfittando ne mangia a sazietà, e poi dice a e stesso: Chi ha preparato questi cibi non esiste.
Io definisco l’ateo come a una persona che entra in una casa, trova una tavola imbandita di cibi succulenti, approfittando ne mangia a sazietà, e poi dice a e stesso: Chi ha preparato questi cibi non esiste.
L’essere umano predica bene e razzola male, dimenticando che dopo i conti bisogna farli non solo con la propria coscienza ma con Dio, e da lì nessuno potrà sfuggire.
Il Papa “il vento scuote la casa di Dio” -Dove l’appartenenza a un Credo alimenta la convinzione che l’universalità della casa del Creato, sia definita e limitata dall’esperienza e realizzazione Umana della propria cultura e della Città del Vaticano.
Credi veramente di avere fede oppure è attraverso le lacrime, che gli occhi vedono meglio Dio?
Noi nasciamo credendo. Un uomo produce credi come un albero le mele.
Chi sei Tu per giudicare Dio… Lui almeno ha avuto il coraggio e la forza di morire per qualcosa in cui credeva.
Allora supponiamo che Dio parli: siamo sicuri di capire quello che lui dice? Se faccio una lezione sono convinto che i miei studenti, trenta, cinquanta che siano, capiscono trenta, cinquanta cose diverse. Perché il linguaggio è immediatamente una traduzione: quando lei mi ascolta lei traduce quello che io dico nella sua visione del mondo. E quindi questa traduzione fa si che lei intende un discorso che io non ho fatto. Per giunta Dio; non so: qualcuno lo sente, qualcuno ritiene che gli parli. Ma vediamo bene: l’ha sentito davvero con le orecchie, le ha detto delle cose incontrandola, oppure lei immagina che quella sia la parola di Dio.