Jorge Luis Borges – Religione
È più facile morire per una religione che viverla assolutamente.
È più facile morire per una religione che viverla assolutamente.
Io credo in Dio. Il problema è che credo a tutti.
Dio è ingegnoso, ma non disonesto.
I grandi culti di massa sono e sono sempre stati il problema, mai la soluzione. È doveroso e sano che ciascuno abbia una propria spiritualità, una fede che lo sostenga nel crudo realismo della propria (in)coscienza. Ma quando, come forza risultante da un pensiero comune dal mero punto di vista socio-pedagogico, essa diventa la scusa sufficiente per l’adempiersi d’inenarrabili misfatti (ben noti alla storia) da parte di associazioni a delinquere (che si è soliti chiamare ancora sentimentalmente religioni) nel beneplacito romantico dell’infantile capriccio secondo cui “il mio Dio è migliore del tuo” e “il mio Dio afferma che così è giusto”, la fede stessa assurge al ruolo del più grande male dell’uomo, della più virulenta malattia dell’intelligenza, del progresso e della solidarietà.
La bellezza delle cose più che l’utilità, innalza l’anima a Dio.
“L’adorazione a qualsiasi essere umano, animale, oggetti, il calcio, denaro, se si mette al posto del creatore se entra nell’idolatria.”-Tutto ciò che noi di fatto mettiamo al centro del cuore e dei nostri pensieri, tutto ciò che viene messo al posto di Dio, diventa il nostro Dio… Tutto che ci mettiamo al posto del Creatore, si entra nell’idolatria.”Dov’è il tuo tesoro, lì è il tuo cuore”. (Matteo 6: 21)”Nessuno può servire due padroni…” (Matteo 6: 24)l’Eterno è un Dio “geloso”: la nostra adorazione deve essere rivolta solo a Lui. (Esodo 20: 2-5; Deuteronomio 4: 15-19)
Le religioni sono inutili. A Dio ci si avvicina con la fisica teorica o la musica, e questo è tutto ciò che so di Dio.