Kahlil Gibran (Gibran Khalil Gibran) – Religione
La preghiera, che è il canto del cuore, giunge alle orecchie di Dio anche se confusa in mezzo alle grida e ai lamenti di migliaia di voci.
La preghiera, che è il canto del cuore, giunge alle orecchie di Dio anche se confusa in mezzo alle grida e ai lamenti di migliaia di voci.
Le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, togliete il male dalle vostre azioni.
Libero di cercarti, libero di sentirti, libero di trovarti, libero di incontrarti, libero di sfiorarti, libero di vederti, libero di amarti! Gesù!
Nella grotta dell’universo, le gocce di intelligenza scendono dalla filosofia fino al vaso dell’evoluzione, riempiendo con progresso l’infinito vuoto dell’animo umano, appesantendo i vecchi sensi di colpa, distaccano ad uno ad uno, i chiodi arrugginiti delle religioni da cui è sorretto. Toccato la terra, il liquido incomincia a disperdersi nella sgomentata roccia, finché un uomo di intelligenza superiore, capitato per caso, dall’esempio del passato, si sente come in dovere di appenderlo di nuovo, con chiodi che sembrano sorreggerlo dai soli occhi delle persone.
La tristezza è una debolezza di chi non porta più nel cuore la Fortezza di Nostro Signore, Dio.
Ognuno di noi è chiamato dal Signore ad una missione. Tutti in un modo o nell’altro siamo invitati a fare qualcosa di concreto, ognuno secondo le proprie possibilità, condizioni fisiche, capacità. Non esiste una classifica, non è una gara; però certamente ogni soggetto è in grado di operare e fare la volontà di Colui a cui dovremo rendere conto. Saremo giudicati per quello che avremo fatto con gli strumenti messici a disposizione. Lui li ha dati a tutti, non utilizzarli temo che sarà un grosso peccato. E allora, la missione è breve, non dura che una folata di vento; approfittiamone prima che il vento si calmi.
La morte di Cristo ci ha liberati dalla morte, la sua vita dall’errore, la sua grazia dal peccato.