Michele Sannino – Ricordi
Come è bello ascoltarsi osservando l’immensità del mare e le emozioni che si susseguono con i pensieri che portano immagini, momenti di vita vissuta.
Come è bello ascoltarsi osservando l’immensità del mare e le emozioni che si susseguono con i pensieri che portano immagini, momenti di vita vissuta.
Avevo tra le mani un bel fiore. Avevo davanti ai miei occhi un fiore raro. E i giorni, mesi, anni, trascorrevano veloci, e cresceva a dismisura l’amore per quel bel fiore. Ma tutto finisce, tutte svanisce come i sogni, e compresi che quel bel fiore era un ramo secco, morto.
I miei sogni non hanno ricordi e non muoiono all’alba. E in quei sogni è racchiusa l’assenza, l’essenza. I miei sogni mi ricordano che son viva.
Sogna di trovare le parole che ti facciano felice. Svegliati e ricordati di essere felice.
Le immagini sbiadiscono, i profumi svaniscono, ma uno sguardo rimane, un brivido non si dimentica. Le emozioni vivranno sempre in una vaga, ma un tempo viva, sensazione.
Ricordi che camminano nel passato, lasciano tracce di malinconia e felicità e calpestando i dettagli sconvenienti, riproducono un illusione pronta a rinascere.
Quello che succede è che arriva un sogno più grande e potente che abbaglia i ricordi e ci sembra che il passato conti meno di prima. Ma sta lì, come sospeso, altrove, in un’altra dimensione, un altro tempo. Un altra me. Come se il passato fosse tornato presente, ma diverso, più duro, più intenso, mischiato a qualcosa che fa male.