Carlos Ruiz Zafón – Ricordi
Ricordiamo solo quello che non è mai accaduto.
Ricordiamo solo quello che non è mai accaduto.
Voglio tornare bambina, quando ero piccola era tutto più semplice: si giocava a nascondino o saltellando con un piede dentro dei quadrati disegnati con il gesso sui marciapiedi. Adesso l’unico gioco che sembra andar di moda è essere bugiardi. L’amore poi, grandi promesse fatte con il cuore, un “ti amerò per sempre” suggellato da una stretta di mignoli era il miglior giuramento che si potesse fare o ricevere! Invece adesso, tutti a promettere e nessuno a mantenere: troppi “ti amo” detti a casaccio che poi durano meno di niente. Quando si è piccoli si passa la maggior parte del tempo a dire “non vedo l’ora di diventar grande” ma poi grande ci diventi davvero! Peccato che dopo non si possa dire “non vedo l’ora di tornar bambina” perché una volta andata la dolce età non torna più.
E non è vero che è facile dimenticare. Non si scorda mai nulla. I ricordi restano lì, in angoli asciutti e scuri.
Ricordati sempre chi ti è stato vicino un tempo.
I ricordi a volte fanno male come un coltello conficcato nel cuore. A volte lo scaldano con la loro dolcezza.
Bisognerebbe avere la capacità di non guardare indietro soprattutto quando ciò può provocare dolori capaci di stordirti la giornata.
Com’era facile da piccola far sparire i dolori. Mi sedevo in un angolo per terra e abbracciavo le mie ginocchia, poi piangevo. Un pianto disperato e liberatorio. Alla fine si tirava su il naso e si pensava: beh, non sarà la fine del mondo. Adesso è tutto maledettamente complicato, così complicato che preferisci pensare che sei troppo grande per abbracciare le tue ginocchia, invece di ammettere che adesso, non sei più in grado di tirare su col naso e andare avanti.