Antonio Cuomo – Frasi Sagge
Quello che conta è portar via il dolore e l’abbandono da altrui animi. Essere gioia e presenza è dolce essenza.
Quello che conta è portar via il dolore e l’abbandono da altrui animi. Essere gioia e presenza è dolce essenza.
Un giardino colmo di rose eri tu, i tuoi fiori belli sia agli occhi sia al sentore, profumavi di vita. Il tuo era uno di quei giardini senza recinzione né tantomeno un cancello, dove ognuno attratto dalle tue bellezze e dalle tue fragranze si sentiva autorizzato a recidere quelle tue rose, adesso che di quel bello ti rimangono solo gli arbusti spinosi, quelle spine fanno solo tanto male al tuo cuore!
Per capire la vita, bisogna amare, saper amare, e amarsi!
La parola suona, gli esempi tuonano. Le parole muovono, gli esempi trascinano.
Essere sensibile è un po’ come essere un attento ascoltatore di musica, che riesce a “sentirsi” addosso ogni vibrazione prodotta da essa, a distinguere ogni singola nota, a carpire l’intonazione se calante o crescente, ad individuare tra i tanti strumenti, la melodia scandita di quello più dolce o più triste. Essere sensibile vuol dire percepire le variazioni di tono della voce quando l’umore varia, proprio come se la voce fosse una musica dalle infinite sfumature cromatiche. Essere sensibile vuol dire notare ogni minimo dettaglio, ogni minimo cambiamento se pur insignificante, ogni silenzio, ogni rumore, ogni parola non detta, ogni emozione trattenuta ed inespressa. Essere sensibile vuol dire immedesimarsi in ogni circostanza, in ogni sofferenza, anche in un gattino abbandonato e sporco che implora pietà ad ogni passante. Chi è sensibile soffre, di un dolore muto e soffocante, per le sofferenze del mondo. Chi è sensibile piange in silenzio senza lacrime, per ogni lacrima versata e dileguata. Chi è sensibile, sente la musica del mondo, e trae la forza da ogni vibrazione eterna e senza fine, che ogni corda tesa risuona nel suo cuore. È musica, la musica dell’anima!
Se pronunci il mio nome svanisco per quell’attimo.Sono nella vita di tutti. Vivo intorno a te e dentro di te. Puoi parlare di me, ma non sarò li ad ascoltarti in quel momento. Le tue parole mi costano la vita. Quando urli è come se mi uccidi. Ti saluto ma non mi senti, ti accarezzo ma non te ne accorgi. La notte sto così bene, dormi per favore, dormi. Molti per chiamarmi stanno semplicemente zitti e io compaio. Ma se vuoi puoi interrompermi un istante per pronunciare il mio nome: Silenzio.
Voler salvare qualcuno implica il rischio di annaspare assieme a lui.