Enrico Giuffrida – Silenzio
Il silenzio arresterà la sua corsa, quando avrà raggiunto l’obbiettivo.
Il silenzio arresterà la sua corsa, quando avrà raggiunto l’obbiettivo.
Solo nelle parole del silenzio che si trovano risposte.
Il silenzio, il silenzio che non ha un suono, che non ha un volto, che non ha una voce, ma che ha mille ricordi nitidi, ricordi inafferrabili, incancellabili, ricordi che non ti lasceranno mai.
Nel silenzio del mio studio, ascolto il rumore incessante di una umanità che cerca se stessa, persa negli anfratti della vita, ha smarrito il senso dell’appartenenza e chiassosa si avvia verso l’oblio, per non sentire il grido di innumerevoli altre anime sole, perse anch’esse, perché nessuno sapeva ascoltarle nel frastuono generale che si generava.
Il silenzio può schiacciarti sotto quintali di riflessioni o elevarti con leggiadria verso te stesso, urla sempre il tuo nome, rivelando chi sei. Lascio dunque che sia assenza di rumore e presenza di me.
I silenzi non sono mai vuoti, ma sono luoghi quasi sempre abitati dalle persone che ci mancano.
Addosso a me, scivola il tuo silenzio, addosso alla pelle brividi, brividi di un silenzio, baci sulle labbra dell’anima mia, il sapore di un attimo attimo sfuggente, carezza, ultima carezza prima di andare via in un giorno qualunque in un solo minuto, addosso alle pareti dell’anima resta, il tuo silenzio, e sulle labbra dell’anima brividi di silenzio che urlano voglio vivere una volta ancora.