Marco Di Paola – Società
Se non ti trovi bene al mondo cerca un posto nel mondo in cui ci sia gente come te!
Se non ti trovi bene al mondo cerca un posto nel mondo in cui ci sia gente come te!
Pensare è il lavoro più arduo che ci sia ed è probabilmente questo il motivo per cui così pochi ci si dedicano.
Presi la bottiglia e andai in camera mia. Mi spogliai, tenni le mutande e andai a letto. Era un gran casino. La gente si aggrappava ciecamente a tutto quello che trovava: comunismo, macrobiotica, zen, surf, ballo, ipnotismo, terapie di gruppo, orge, ciclismo, erbe aromatiche, cattolicesimo, sollevamento pesi, viaggi, solitudine, dieta vegetariana, India, pittura, scrittura, scultura, composizione, direzione d’orchestra, campeggio, yoga, copula, gioco d’azzardo, alcool, ozio, gelato di yogurt, Beethoven, Bach, Budda, Cristo, meditazione trascendentale, succo di carota, suicidio, vestiti fatti a mano, viaggi aerei, New York City, e poi tutte queste cose sfumavano e non restava niente. La gente doveva trovare qualcosa da fare mentre aspettava di morire. Era bello avere una scelta. Io l’avevo fatta da un pezzo, la mia scelta. Alzai la bottiglia di vodka e la bevvi liscia. I russi sapevano il fatto loro.
Arbeit macht frei. Se almeno non ci fosse tanto freddo. O tanta fame. Se le ali di tutto ciò che vola avessero conservato i colori, la leggerezza. Le gole il canto, i viottoli i piccoli rumori del giorno. L’odore del caffè, della zuppa di cavolo, del miele pronto per i dolci. Se ci fossero ancora le ragazze di maggio, gonne svolazzanti, gambe snelle al volteggiare di danza. E i ragazzi timidi e sfrontati, giovani cervi a misurare il palco delle muschiose corna, tra risate e urti di spalle. E i bambini, i loro trilli e cinguettii, il loro pianto di capriccio, l’urlo del mal di pancia e le madri, carezze e balbettii di zucchero, calore di seni turgidi e profumo di sapone Quanto silenzio invece rotto da respiri in rantolo, da voci secche, strusciar di piedi e tosse. E l’odore che regna sovrano è nel grigio fumo dei camini.
In una società dove i poveri aumentano sempre, che libertà c’è? C’è la libertà di andare a rubare, di essere imprigionati, praticamente di finire in miseria, a meno che non si rubi molto.
Mentre i lavoratori onesti si ammazzano per versare i loro contributi allo stato, lo stato dà anch’esso il suo contributo ai lavoratori: contribuisce a far loro la pelle, ad incenerire i loro sogni e i loro esigui risparmi, ed è anche lungimirante, trova cioè il modo per garantire ai pensionati un futuro di merda.
Il razzista, quando colpisce un uomo, colpisce te, colpisce me, colpisce se stesso.