Fedor Ivanovich Tiutchev – Società
Patria di pazienza, terra dei russi.
Patria di pazienza, terra dei russi.
Fra imbecilli che vogliono cambiare tutto e mascalzoni che non vogliono cambiare niente, com’è difficile scegliere!
Un popolo che non ha poteri è un popolo che non può avere doveri.
Io ho passato tutta la vita a mandare a fare in c**o tutte le m***e che ci sono in questo paese… ho lottato per la politica… in fabbrica ho lottato per gli operai… ho sempre combattuto… e questo di solito non porta molto bene.
Proprio ora quell’infinità di volti e spasmodiche risate, trafiggono i miei timpani come gli è solito fare quando tornano, sono incerto se rispondergli, ignorarli, o assecondarli ma conosco bene il loro modo di esprimersi.Sono sagome trasparenti eppure riesco a vedere le loro espressioni la direzione e il colore dei loro occhi quando tornano.Non pensai a loro mentre sfilavo tra profumate rose gialle; sotto il fondo infiniti tappeti rossi e tutti, dico tutti dietro me.Solo il passo delle mie passere va pari a quello delle mie lussuose scamosciate lucide scarpe su misura.So di essere debole, anzi no fragile, ma domani ci penserò.Domani ci penserò…Questa ebrezza mi accarezza così come l’aria si stringe.D’improvviso la luce si offusca, tutti si trasformano in mostri, le mie fanciulle in streghe, tutti indossano stracciè giunta in reggia la coscienza, a strappar dalle mie dita le unghie e dal petto il mio cuore;è giunta con gli aghi e i chiodi, con corde e roghi.È giunta in compagnia la coscienza, in compagnia dei miei mali.
Io sto dalla mia parte, ma sto anche dalla tua. Se ho un pane lo divido con chi non ne ha, non con chi ne ha troppo, lo lascia ammuffire e poi lo butta, proprio come chi ha i soldi in banca e non li investe in lavoro.
Tutti i libri di storia che non contengono menzogne sono mortalmente noiosi.