Eppur lo amavo, contro voglia e volontà. Col desiderio vivo di chi sa che il fuoco ora arde dopo brucia. Mi buttavo fumo negli occhi e raccoglievo cenere. Il mio amore era un assioma che, pur non avendo forma reale, trovava consistenza nei meandri della mia fantasia, scavando una fossa e al contempo scovando una sorgente. L’acqua scava la pietra e se non riesce trova comunque uno spazio per infiltrarsi e passare, così l’amore dannato, puoi chiudergli la porta, non infilarlo nel tuo letto, ma non puoi impedirgli di infiltrarsi nella tua anima, giorno dopo giorno, fino a corroderti l’essere senza invaderti l’esistenza.