Alessandro Ammendola – Stati d’Animo
Ho una storia d’amore da raccontare, non è molto comune. Si tratta di un amore che raramente si vede nelle strade, si tratta di come ho conosciuto l’amor proprio.
Ho una storia d’amore da raccontare, non è molto comune. Si tratta di un amore che raramente si vede nelle strade, si tratta di come ho conosciuto l’amor proprio.
Si sentiva il mare, come una slavina continua, tuono incessante di un temporale figlio di chissà che cielo. Non smetteva un attimo. Non conosceva stanchezza. Non conosceva clemenza. Se tu lo guardi te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio… Tutto quell’infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia la notte.
Allora, tu dici che le tue ossessioni sono dure a morire? È questo che sono gli uomini? Ossessioni? Non ti viene mai voglia di dare un taglio al gioco del dolore e della caccia e degli scacchi e delle corna? Non riesci a formulare un giudizio di valore? Non riesci a scegliere qualcuno? Qualcuno accanto a cui coricarti e guardare il soffitto e ascoltare musica, fumare sigarette, parlare, ridere e lasciarti andare? Non ti farebbe sentire bene il fatto di diventare qualcosa? Cazzo. Qualcuno dovrebbe esserci. Una persona per un’altra persona, anche se dovessi essere tu stessa. È su questo che sto lavorando: me stesso per me stesso, piano piano, e poi forse potrò aprire la porta a qualcun altro.
Il solo abbraccio che non farà mai male è quello che regali alla tua anima!
Se sulle strade affollate del giorno la mia anima cammina, è nell’immensità della notte che danza.
Ci sarà pure un posto dove il cuore non ha più catene.
Partorire parole non è doloroso, lo è essere fraintesi, non creduti, ignorati.