Roberta Milletarì – Stati d’Animo
Vorrei solo prendere il dolore, strapparlo e buttarlo via nel mare.
Vorrei solo prendere il dolore, strapparlo e buttarlo via nel mare.
Mi dispiace dire di no e trattare male le persone ma ci sono dei casi in cui mandare a fanculo mi da una profonda soddisfazione. Proprio come se all’improvviso respirassi aria pulita attorno a me.
Anche quando voci estranee riempiono l’aria e si avverte il silenzio. Quando ci soffermiamo a pensare, guardando senza vedere e ci perdiamo. Se appoggiando le mani sulla tastiera, ci sembrano di burro. Quando non possiamo fare a meno di aspettare una crepa nell’orgoglio, il suo, e la porta resta chiusa. Anche quando ci illudiamo che messaggi sublimali ci appartengono, ma sono scritti per il vento. Quando allunghiamo le braccia per regalare tepore ma fendono soltanto l’aria, procurandoci vertigine. Quando aspettiamo una voce che sappiamo essersi persa nell’eco di un perché, e ci nasce un groppo in gola. Ecco, tutto questo è sentire un vuoto.
Non so gli altri, ma io al mattino quando mi chino per allacciarmi le scarpe penso: Cristo Onnipotente, e ora? La vita mi fotte, non ce la intendiamo. Devo prenderla a piccole dosi, non tutta assieme.
Sono buono, non sono scemo; amo la mela, ma senza veleno!
Un altro matto. Non si riusciva a evitarli. Erano quasi tutti matti a questo mondo. E quelli che non erano pazzi erano arrabbiati. E quelli che non erano pazzi o arrabbiati erano semplicemente stupidi. Non avevo scampo. Non avevo scelta. Dovevo solo resistere e aspettare la fine. Era un lavoraccio. Era il lavoro più duro che si potesse immaginare.
Ci sono lati di me che mostro solo a chi decido io. Quei lati che molti “pensano” di sapere. Ci sono quelle piccole sfaccettature fatte di debolezze e di punti di forza che non apro a chiunque. Ci sono lati che solo chi veramente merita può sfiorare. La mia intimità è qualcosa che regalo solo a chi decido io.