Andrea De Candia – Stati d’Animo
Nel torrente della mia fragilità trovo la forza.
Nel torrente della mia fragilità trovo la forza.
Io che non ho la luce negli occhi, ma ho le tenebre nel cuore.
Amo stare solo, e odio vivere restando da solo. Il sentirmi solo è pace per la mia anima. Ma è una sofferenza continua per il mio cuore.
La sensibilità è come un fiume… più ci sarà pioggia di sensazioni, più il fiume straboccherà nelle lacrime…
Fai conto di essere una stazione, un luogo di abbracci e strette di mano, di addii e arrivederci, di treni persi, presi e sognati, di attese e corse, di lacrime e sorrisi, di speranze e rimpianti. Fai conto di essere di una stazione, un punto di partenza per alcuni, di transito per i più, un punto di arrivo per pochi.
La lontananza non dissolve una forte unione, anzi rafforza quel desiderio di raggiungersi, di respirarsi, di viversi.
Mi immergo nell’eterno viaggio. Mi riconosco destinato ad essere ricordo di fatti passati e ad essere vivo per ricordare; incerta questa vita scorre come un fiume, le foglie cadono, le piante vengon sradicate, non grava il peso eguali compiono il loro passaggio. Il timore non sfiora l’animo; trasportato dalla corrente mi dimeno per non accettare il destino infelice, troppo è stato lasciato incompiuto, ma la corrente è senz’animo e occhi, imperturbabile scorre, lasciando all’uomo solo i ricordi di cui, un tempo, si nutriva il cuore.