Andrea De Candia – Stati d’Animo
Quando mi sento fortemente ispirato è come se Dio mi stesse mandando dall’alto una pioggia di coriandoli.
Quando mi sento fortemente ispirato è come se Dio mi stesse mandando dall’alto una pioggia di coriandoli.
Niente potrà farti così tanto male come il dolore di chi non c’è più.
Per me la libertà è una bellissima giornata di sole dove non fa nè caldo né freddo, in mezzo ad un paesaggio nella natura, o una strada vuota nel deserto: da una parte c’è il mare, dall’altra la natura senza nessuno intorno, solamente la persona che ami accanto a te, su una moto o su una macchina senza una destinazione alla ricerca dell’avventura, o soli in una spiaggia con le braccia aperte al cielo nel tramonto o all’alba con il vento che ti sfiora la pelle per me quella è la libertà.
Se le cicatrici che porto sono medaglie, a buon diritto potete chiamarmi generale!
Resta tutto impiantato nella mente: le immagini di ciò che eri, l’ombra di ciò che che non ritorna, e le parole si tramutato in silenzio negli abbracci che hanno il sapore di spine.
Mi annido nella tempesta. È così simile la mia voce allo schiantarsi della marea. Assale. Mi unisco alle fragilità del mondo, situandomi tra cocci e schegge, riversa tra le scaglie e le tessere dell’infinitamente piccolo. Il respiro si schiude come stoffe strappate oltre le cuciture che lasciano piovere, disobbedendo al sole e all’asciutto. Sfoggio la tristezza sulle onde che ripassano, dimentiche di acqua e del loro stesso movimento e ritornare verso l’alto è argento. Vivo. A malapena. Le risacche mi pèrdono. Il mio cuore ha messo in conto un perdòno silenzioso che non infastidirà nessuno. Con l’anima fuori misura, smisurata, addirittura. Mentre c’è chi cura la lontananza, io mi raccolgo e mi tengo vicina. Litri di bufera mi annegano. Mi ritiro nel mio ordine discreto.
Uno sconosciuto demone mi morde il cuore: la gelosia. Invadente, distruttiva, diabolica. Non esiste altro di altrettanto subdolo e crudele.