Rossana Virò – Stati d’Animo
Scrivi sulle pagine del libro della tua vita le giornate più spensierate ed allegre, fissale con il segnalibro tra i ricordi.
Scrivi sulle pagine del libro della tua vita le giornate più spensierate ed allegre, fissale con il segnalibro tra i ricordi.
I cuori non si catturano. Si invadono con la purezza del sentimento.
La gentilezza, che cosa ormai rara. La senti raramente nelle parole e nei toni della gente. La vedi in pochissimi gesti e in ancor meno azioni. La vedi passare, silenziosa e momentanea per convenienza e la vedi sparire ad obbiettivo raggiunto.
Vivo la speranza che m’indossa! Vivo di tante definizioni e valori autentici. Vivo d’amore. Di sorrisi, ma anche di fallimenti e di cadute. Vivo guardando avanti nuove albe. Mi concimo di pugni, mi fortifico di lacrime. Ho ossa forti come il ferro, perché il tempo ha saputo temprarmi. Ho tatuato su cuore la “voglia di vivere” e sull’anima l’impronta acquisita dell’esperienza. Vivo di vita nella smisurata voglia di imparare e comprendere ancora cose nuove. Mi accingo al domani con mani forti e con mente aperta: “mi appresto a scrivere capitoli nuovi”. Tollerante e curiosa attendo che la realtà mi indichi nuove prospettive, mi delimiti i percorsi per poter raggiungere e creare nuovi sogni e desideri. Estrapolando da questo mondo l’indefinibile sostanza che si chiama volontà.
Penso che dobbiamo riprenderci quello che abbiamo tolto alla vita, perché quasi sempre siamo noi a togliere e a toglierci, chiudendo poi gli occhi e accusando la vita e gli altri di averci tolto opportunità e anni. Siamo noi i carnefici, che copriamo con l’ignavia le nostre colpe e ci chiudiamo al mondo, quando basterebbe tirare su la testa, guardarsi le mani intonse e dirsi: “non ho mai fatto nulla per non meritarmi questo. Adesso è tempo di darsi da fare per la vita.” Riprenderci la vita non è come togliere, ma è riprendersi, in tutti i sensi che questo verbo può esprimere.
La solitudine non ha mezzi termini. O ti fortifica o ti annienta.
Guardo intontito fuori dalla finestra l’orribile giornata luminosa che mi accartoccia lo stomaco. Nessuno di voi si sente come me? Sono matto sul serio?