Raffaella Frese – Stati d’Animo
Ascolta, non lanciare parole che adottate dal silenzio conoscono solo il significato di egoismo. Ascolta prima di pronunciare parole che non provengono dal tuo cuore, ma dalla tua rabbia.
Ascolta, non lanciare parole che adottate dal silenzio conoscono solo il significato di egoismo. Ascolta prima di pronunciare parole che non provengono dal tuo cuore, ma dalla tua rabbia.
Non sono più randagia. Non punto più agli occhi, di faccia, di petto. Ho sbranato con le fauci spalancate, gli artigli acuminati, graffiato con la mia stessa pelle squamata, ora, l’ho cambiata, come un serpente, a sangue freddo, misto a caldo, misto a stanchezza. Mi hanno trapiantato il cuore di un animale, ma adesso, sono letargica. Sono rimasta di schiena, erotica e silente, curva di cuoio rosato e seducente.
La felicità spinge al suicidio quanto l’infelicità, anzi ancora di più perché amorfa, improbabile, esige uno sforzo di adattamento estenuante, mentre l’infelicità offre la sicurezza e il rigore del rito.
È tempo di tornare a vivere, di realizzare il presente e programmare il futuro, che, anche se ancora fumoso e incerto è tutto da costruire con le nostre mani. Il momento dei ricordi e dei rimpianti si conclude lasciando spazio alla speranza: adesso è il momento di credere in ciò che verrà e nella nostra capacità di determinare e perseguire i nostri obiettivi. Solo con la forza di volontà e la fiducia in noi stessi il futuro potrà diventare ciò che sognamo nel presente.
La disperazione è la gioia di sentirsi vivi… la consapevolezza di aver vissuto e non essere ancora contento.
Ho pagato in lacrime le mie ali, ma l’ebbrezza del primo volo ha compensato tutto il dolore provato.
Ho trovato una ragione per cambiare ciò che sono.