Charles Bukowski – Stati d’Animo
Ci sono anche le giornate buone, però, quando il mondo intero si svela di fronte a me… si svela come cosa? Come una menzogna.
Ci sono anche le giornate buone, però, quando il mondo intero si svela di fronte a me… si svela come cosa? Come una menzogna.
Io non sono arrabbiata, semplicemente, se la rabbia fosse fatta di carne ed ossa, la massacrerei!
Mi sento più forte quando vogliono farmi del male di proposito, mi sento importante quando qualcuno mi sparla dietro, e soprattutto mi sento al di sopra di chi mi invidia, perché sono dell’idea che chi prova questi sentimenti ha solo un grosso problema con se stesso/a, cosa che io non ho.
Se potessi fotografare la mia mente in questo istante sarebbe come quella mattina sublime a Parigi prima di tornare a casa, l’esatto momento in cui capii finalmente che avevo imparato a bastarmi.
Sono arrivata nella vita di qualcuno senza chiedere permesso. Ho letto delle belle frasi incancellabile e fatto tutto per stare vicino a chi mi piaceva.Sono rimasta svegliata senza dormire scoprendo qualcuno speciale. Ho fato piccole pazzie per vedere una persona sorridere. Ho creato situazione inaspettate, ho aiutato un cuore rotto, e inevitabilmente sono stata una persona sostituta e toccava a me sapere l’ora esatta di andare via, ma anche così mi tengo un sorriso sulle labbra.
Non dimentico il nome di chi si è abbandonato a se stesso; di chi ha scelto di essere il proprio migliore amico e di vivere la vita secondo il proprio istinto, senza una logica di tempo e possibilità, di coscienza e di rimpianti.Non mi dimentico il nome di chi ha avuto il coraggio di mettere via tutti gli avanzi di una vita e gettarsi nel vento e respirarlo senza fare rumore, senza il bisogno di farsi riconoscere, a volte mentendo, a volte fingendo un sorriso.Non mi dimentico il nome chi ha reso i propri passi simili a quelli di un aquilone, quelli di uno spirito a cui non importa dove porre le proprie ali, ma l’unica cosa che importa è sfiorare sempre nuove sensazioni e nascondersi dentro il proprio guscio sapendole assaporare in una triste solitudine; in una solitudine che non ha neanche mai voluto uscire dal pozzo da dove si era già rintanata da tempo, forse per volere o forse per potere di qualcuno che ha voluto tutto ciò. Non mi dimentico il nome di chi si è buttato nel vento e li si è perso e riperso più volte e sempre continuerà a perdersi, tra sguardi persi e sorrisi bruciati.
Siamo fatti di rose e di spine.