Marika Solfatti – Stati d’Animo
Il geloso è un malato che non decide di ammalarsi.
Il geloso è un malato che non decide di ammalarsi.
Volgevo troppo spesso il mio sguardo indietro, verso un passato non del tutto decomposto. Avevo un gran torcicollo all’anima.
Lascio che il bene si sgualcisca a contatto delle mani rozze di chi riserva carezze ai volti plastificati. Ed io che me ne vado in giro, fatta di fragile lamella, continuo a passeggiare sotto le macine dei mulini per vedere se combatterli o lasciarmi sbriciolare faccia qualche differenza.
Sono alla ricerca di quel qualcosa che fa bene al cuore e la trovo passeggiando tra i nostri pensieri, che porto via con me dentro al cuore.
Basta aver sperimentato una sola volta che possiamo essere ciechi in piena luce e, al contrario, vederci nell’oscurità per interrogarci sulla visione.
Volevano vedermi strisciare, ma poi perché non sono mica un serpente, se lo fossi non avrei pietà di chi non ne ha avuta di me.
A lei capitava spesso di passeggiare per le strade e non di “vederle” soltanto le persone, ma di soffermarsi a guardarle. E capitava di ritrovare in loro un po’ della sua timidezza, persone con sorrisi finti, che lei aveva imparato a riconoscere, lei lo sapeva, perché erano uguali ai suoi, bastava soffermarsi a guardare i loro occhi spenti, vuoti per capirlo. Allora aspettava di incrociare il loro sguardo per salutarle con un sorriso, ma uno di quelli veri però, come per dire “ho guardato i tuoi occhi, riconosco quel vuoto. Anche se non so cosa ti stia succedendo, ne uscirai”. Anche se non le aveva mai viste o conosciute e mai le avrebbe più incontrate. Perché lei sapeva cosa significasse la mancanza di un sorriso e nessuno che sapesse leggere i suoi occhi.