Silvana Stremiz – Stati d’Animo
Ho imparato a non sentire, a non guardare e a fregarmene della cattiveria, la lascio possedere a chi fa di lei la sua ragione di vita.
Ho imparato a non sentire, a non guardare e a fregarmene della cattiveria, la lascio possedere a chi fa di lei la sua ragione di vita.
Malinconia di una felicità mai provata.
Mi chiedo se ci sia più peccato nel seguire quello che sento o nell’ipocrisia di vivere ciò che non sono.
Ero indeciso se annegare i miei dispiaceri nell’alcol, alla fine scelsi di affogarli nell’inchiostro.
E poi dicono che uno sbaglia a lamentarsi dei servizi pubblici. È da quando ero bambino che aspetto il treno della felicità.
Non si adombra al variar del tempo l’uomo, che ha visto il suo sole sorgergli nel petto. Non cambia umore al soffiar della tempesta, è eterna la primavera che lo riguarda, e quant’anche l’occhio vagherà per le buie vie, egli troverà in se riparo e conforto al tepore del suo cuore.
Dal momento stesso che pubblichiamo i “nostri” pensieri, non ci appartengono più.Divengono “pubblici”. Quelli più profondi, invece, gli teniamo stretti, nascosti dentro la nostra anima.Siamo gelosi di essi.