Gianluca Frangella – Stati d’Animo
Ruberei le parole del vocabolario più dotto, se bastassero a far capire quello che porto dentro, ma dentro ogni uomo c’è l’immenso e l’immenso è indescrivibile, per questo taccio.
Ruberei le parole del vocabolario più dotto, se bastassero a far capire quello che porto dentro, ma dentro ogni uomo c’è l’immenso e l’immenso è indescrivibile, per questo taccio.
“Come stai?” È l’unica domanda che mi mette sempre in crisi, non so mai se le persone lo vogliono sapere veramente o no. E poi se rispondo sinceramente, magari pensano che voglia attirare l’attenzione, quindi nel dubbio rispondo “bene”.
Mi reputo abbastanza paziente anche con chi non se lo merita. L’unico problema è che a volte la mia pazienza lo è molto meno di me.
L’uomo tende alla perfezione, ma è irrimediabilmente affascinato e attratto dall’errore.
Se avessi imparato prima a capire la differenza tra il giocare e il mettersi in gioco, sarebbe stato meglio. Invece, io mi sono messa in gioco per chi ha solo giocato ed oggi ho pagato.
Sono cresciuta sola, ho lottato da sola, ho vinto da sola. Da sola ho sofferto, e sempre da sola ho preso decisioni dolorose. Sono sempre stata sola io, anche quando intorno avevo persone che dicevano “ci sono io”.
Capita di sbagliarsi, spesso chi credevamo ci desse la spinta giù per il dirupo è proprio quella che ci aiuta a rimanere al limite.