Francesco Iannì – Stati d’Animo
Mi piace credere che tutto il male che facciamo volutamente agli altri, prima o poi finisce per ritorcersi contro noi stessi.
Mi piace credere che tutto il male che facciamo volutamente agli altri, prima o poi finisce per ritorcersi contro noi stessi.
L’abbraccio è incorporare per un istante l’altro e sentirlo parte della tua carne.
È difficile starsene da soli, quando mente e cuore non vanno d’accordo.
Anche il più rude, chi ostenta sicurezza e presunzione, necessita di tanto in tanto di una pacca sulla spalla, di qualcuno che ti dica che va tutto bene. Checché se ne dica, nessuno è sentimentalmente autosufficiente.
Mi piacciono le persone che sanno indossare il sorriso per affrontare i giorni, quelle con lo sguardo avvolto di sogni; mi piacciono le persone che volano con le ali dell’anima, tenendo sempre il cuore in mano pronto all’emozione.
Quello che abbiamo dentro non viene mai fuori come lo sentiamo, lo pensiamo. Le parole hanno un peso diverso e il linguaggio in sé non riesce a contenere tutte le flessioni e le variazioni con le quali vibrano le nostre emozioni, modulando così il senso che vorremmo fosse ricevuto. Così sbagliamo, ci blocchiamo, ci barrichiamo in tentativi e tentennamenti che in pochi riescono a decifrare e solo chi le prova allo stesso modo lo stesso sentimento riesce a ricevere il messaggio dell’emozione.
Forse sono io che sbaglio, io a non capire subito chi ho di fronte. Io che tendo sempre a dar fiducia alle persone, e credere che ci sia sempre quella “Buona fede” che solo chi è onesto ha. Ed ecco che mi accorgo di aver sprecato parole per chi nemmeno le ha ascoltate e mai se ne ricorderà. Di aver messo da parte me stessa/o per chi non ha saputo ricambiare il mio tempo nemmeno nei momenti più difficili per me. Di aver ascoltato bugie che già nascondevano l’amara verità. Se è mia la colpa del non averlo capito chiedo scusa a me stessa come persona, per essermi tolta tempo e serenità… ma ringrazierò anche queste persone per avermi fatto sentire una persona delusa, ma anche maledettamente felice di essere diversa da loro.