Francesco Iannì – Stati d’Animo
Non sempre un camino scalda un cuore.
Non sempre un camino scalda un cuore.
Non ho paura di essere me stessa! Non ho paura di dimostrare agli altri chi sono… e, che anch’io qualche volta ho timore di non farcela di non sapermi rialzare. Ma non per questo mi arrendo, oppure imito quella che non sono, un ideologia di una me diversa. Io sono la mia forza e tutto ciò che sono è rinchiuso in ciò che credo, in quello che sento e in quello che voglio realizzare. Credo in me stessa fermamente, nella mia famiglia, nei miei cari, in chi amo, nei miei figli. Ma soprattutto credo nel domani migliore.
Un giorno decisi che avrei fatto lo scrittore… poi stappai una birra e mandai il mondo affanculo!
Riflettevo sul fatto che ci divertiamo un po’ troppo ad essere i Dottor Frankenstein della situazione. Ci teniamo più persone, facendo dell’abuso di numero e quantità, il suppletivo per sopperire alla scarsezza di qualità, per la nostra eterna indecisione, o per la passione sconsiderata per le scarpe che ci invita a calzare i nostri teneri piedini in più babbucce contemporaneamente. Ci teniamo il visino angelicato di uno, il saperci fare dell’altro, l’istinto animale dell’altro ancora, il sorriso del lattaio, la simpatia del fruttivendolo, le rime baciate del poeta. Il corpo di uno e l’intelligenza dell’altro ancora. Tanti pezzi di puzzle, tessere di un mosaico d’un quadro variopinto.
Molte volte una semplice carezza è fonte dei nostri… più nascosti sentimenti.
Vorrei non essere cemento come sono adesso, per lasciare da parte l’orgoglio che mi divora, la possessione che mi ossessiona e i pensieri rivolti a un nulla che non mi appartiene.
A volte il pensiero di un’assenza fa molto più rumore dell’orgia di voci di mille presenze ed è un frastuono che nessuno può udire se non il tuo animo dilaniato. Non puoi girarti dall’altra parte, non puoi far finta di non udirlo, c’è. Puoi solo affrontarlo, lasciare che urli, saperlo ascoltare e far sì che il tempo trascini con sé l’eco del suo tormento.