Antonio Papi – Stati d’Animo
Le solitudini più brutte sono quando sei circondato da tanta gente che non sa comprendere ed ascoltare la tua anima.
Le solitudini più brutte sono quando sei circondato da tanta gente che non sa comprendere ed ascoltare la tua anima.
È inutile cercare un senso quando non c’è. Quando non riesci a distinguere tra l’alba e il tramonto perché la tua anima si è abituata a vivere al buio. Quando non riesci a vedere una via d’uscita, quando il dolore ti ha travolto e sopraffatto, quando la speranza è l’unico motivo per cui trascinare la propria vita in attesa di essere più forte e riprendere il cammino.
Svegliarsi una mattina e chiedersi cosa c’è che non va. Guardarsi! E domandarsi com’è che siamo arrivati qui senza più nulla da dirsi, senza più nulla da darsi, e poi voltarsi, per incamminarsi su di una nuova strada.
Cosi vicini e tuttavia cosi distanti.
C’è il concentrato di frutta, di pomodoro, io voglio un concentrato di emozioni!
Sono stanca di riempirmi di parole. Voglio saziarmi di fatti.
Ricordi che tornano come un uragano. Vedo sorrisi lontani, abbracci così rari, ma ancor più cari. Rivedo i suoi occhi colmi di tristezza che con il tempo è mutata in rabbia. Non ho mai capito dove l’amore sia diventato odio. Dove le carezze abbiano lasciato il posto ai pugni. Eppure anche senza sfiorarmi ha gelato il sangue, l’unico ricordo felice non lo ricordo più. Ho solo parole di rabbia ed occhi gelidi.