Ilaria Pasqualetti – Stati d’Animo
Ho corso, ho sbattuto la testa, ho sofferto dolori lancinanti, ho avuto paura, ma non ho smesso di credere in me stessa ed in ciò che sono.
Ho corso, ho sbattuto la testa, ho sofferto dolori lancinanti, ho avuto paura, ma non ho smesso di credere in me stessa ed in ciò che sono.
Cominciamo a ragionare, ma con il cuore.
E capita talvolta che corrano nella mente pensieri, senza lasciarci il tempo di capire da dove nascono e perché, fautori di momenti indesiderati, causa a volte di gesti involontari dettati dal nostro istinto, gesti e parole che vorremmo cancellare subito dopo aver fatto o detto. A volte ci rendono capaci di emozioni e di sensazioni mai provate, possono logorarci dentro, come riempirci di gioia, dipende solo da come vogliamo interpretarli, e dai momenti in cui arrivano. L’importante è lasciarli passare, e cercare di non farsi del male.
Cosa è per me l’amicizia? È un bene primario, una di quelle cose di cui…
La verità è che viviamo in un mondo di “ladri” di emozioni, di idee, di libertà, di cuori. Viviamo in un mondo in cui quello che si possiede non è certo, non è sicuro, non è per sempre. Di sicuro e di certo è sempre e soltanto quello che diamo con il cuore, quello vero e puro.
Poi mi si prende il matto e vorrei urlare, urlare ed urlare, ma resto in silenzio che mi parla e dice: Non farlo, arriverà il tuo momento, ed allora io stesso dirò urla è il momento d’urlare.
Io le parole le conservo. Mastico l’impronunciabile, sempre umido di qualche lacrima che mi vesta di verità. Giro il capo a ieri e mi sembra sia passata una vita e mezza. Prendo una scorciatoia e sento ancora la tua voce. Giù, in caduta libera sulle risate. Lì, con gli occhi lucidi per le volte in cui tacevo. E più tacevo e più mi zittivi. Strane le mie mani, conca vuota, i palmi che s’allargano in segno d’arresa e di disfatta, come a voler dire “pazienza” al cielo. Se un’unghia mi diventasse lama e mi tagliasse il petto con uno squarcio verticale, mi uscirebbero le emozioni oblique e i pensieri liquidi, ancora caldi della tua presenza. Ma è assenza. Ed è tempo che scorre. Nulla che perdoni. Niente che resti. Il cuore si vanifica, arrestato da un groviglio di vene. Rimango così, silenziosa e fredda e ho venduto perfino la carne, ché non mi veste più nulla. Spoglia e brulla come una casa disabitata che ha dato le spalle al sole.