Dominga Pandolfo – Stati d’Animo
Credo che l’indifferenza sia la miglior risposta elegante verso le persone che ci hanno feriti e sottovalutati, questo significa volersi bene.
Credo che l’indifferenza sia la miglior risposta elegante verso le persone che ci hanno feriti e sottovalutati, questo significa volersi bene.
Non mi stupisco se quasi nessuno mi capisce; Mi rendo perfettamente conto che sono troppo complessa per le vostre umane menti.
Nella vita si soffre e si gioisce. Diciamo che qualcosa che ci turba nella vita ci sarà sempre, non siamo perfetti e non lo saremo mai, cercare di migliorare se stessi va benissimo, desiderare il meglio dalla vita pure, ma è necessario anche accettare i propri limiti. Uscendo ogni giorno nel mondo abbiamo la possibilità di confrontarci con gli altri e con noi stessi, provando nuove esperienze e impegnandoci per raggiungere degli scopi, con vittorie e fallimenti, possiamo conoscere noi stessi e dove possiamo arrivare. Ci sono dei casi nella vita in cui ci si ostina talmente ad essere perfetti che si crolla nella malinconia, ed è così che ci si conosce e si impara ad accettare noi stessi per come siamo. Ogni giorno, ogni mese, ogni anno qualcosa che si intromette nella nostra vita e ci mette i bastoni tra le ruote c’è sempre minando la nostra felicità. Ma la vita è così, fatta di momenti tristi e felici. Secondo me se cerchiamo solo la perfezione da noi stessi non avremo altro che frustrazione. Aspirare al massimo nella propria vita fa bene, ma confrontandolo con le nostre capacità. Se ci accettiamo per come siamo non dico che saremo felici, ma di sicuro un po’ più sereni.
Aspettare è veramente la cosa più logorante che esista.Credo che sia per quello che quando aspetti qualcuno o qualcosa vuol dire che ne vale davvero la pena.È soprattutto questione di quanto sei disposto ad aspettare: è indissolubilmente legato al quanto sei convinto che quel qualcosa o qualcuno cambieranno la tua vita.
Mi sono ritrovato in cima ad un vulcano islandese, ero un vagabondo depositario di allucinazioni fatte di carta, come un poeta germanico di Jena, seduto e gobbo sul suo scranno ruvido, in compagnia degli affanni del domani e le mani screpolate dalla pena e dall’inchiostro.
Cos’è il rimorso? La paura della responsabilità di ciò che hai fatto o le manette a un attimo vissuto perché vivo? Il rimorso è una tomba su cui piangere lacrime di coccodrillo.
Meglio perdersi una notte di sonno che un’esperienza.