Antonio Curnetta – Stati d’Animo
L’ottimismo è un giardino dove ogni mattina sbocciano i fiori della speranza, e diffondono l’odore benedetto del buonumore.
L’ottimismo è un giardino dove ogni mattina sbocciano i fiori della speranza, e diffondono l’odore benedetto del buonumore.
Non nasconderti, a cosa serve mostrare quello che non sei, piangi se vuoi, non vergognarti delle tue lacrime, sorridi, non aver paura di essere giudicato, arrabbiati, non temere gli sguardi della gente, sii sempre te stesso e nessuno ti toglierà la tua dignità.
C’è chi le chiama “emozioni”. Io preferisco chiamarle “schiaffi”. Certo, belle, piene, sincere e indimenticabili. Ma pur sempre schiaffi. Agli occhi, nello stomaco, all’anima.
Sei perfetta. Ci sono giorni in cui non fai altro che ripeterti quanto veramente non vali. Ti senti diversa, estranea a questo mondo, a questa gente e ci credi veramente. Ma non sai che il mondo e la gente che ne fa parte, è crudele. Ti può far credere a cose che nemmeno esistono. Devi essere forte per superare questi ostacoli e queste difficoltà. Devi essere forte e credere in te stessa e in quello che fai. Devi avere coraggio, ragazza, perché senza coraggio, non andrai mai da nessuna parte. Si, lo so che è difficile. Ma provaci. Lo sappiamo tutti che il coraggio è dentro ognuno di noi e se tu sei convinta di non averne, sbagli! C’è l’hai, basta saperlo usare.
Come vorrei avere la tenacia delle onde! Subito si lanciano in avanti, tese verso il loro obiettivo – sempre lo stesso – e puntualmente il mare le trascina via! Sanno già di fallire, di non riuscire, eppure non perdono mai la cocciutaggine né l’ambizione.
Mi hanno fatto a pezzi, ma purtroppo per chi ci ha provato sono sempre riuscita a ritrovare tutti i miei pezzi per ricomporli in una me più forte e decisa di prima.
È quasi Natale; e dopo di lui arriverà la notte del 31. Ricordo ormai che sono almeno tre o quattro anni che in quella notte guardo il cielo con gli occhi colmi di lacrime mandando i miei auguri a chi non c’è più, a chi avrebbe dovuto esserci ma se ne è andato, a chi avrei voluto ci fosse ma è andata male. Guardo lassù, in quel buio cielo e mi ci rispecchio, ci sprofondo con il mio vuoto, le mie malinconie. Il calore delle lacrime mi fa sorridere un po pensando che ogni anno non cambia mai nulla. Per questo questa volta non alzerò gli occhi al cielo, non festeggerò niente per scelta perché niente è cambiato e ormai ho perso la speranza che qualcosa possa cambiare.