Daniela Aspa – Stati d’Animo
Parlare di cose tristi, non significa sempre esserlo, magari si ha solo più coraggio rispetto ad altri nel descrivere realtà che spesso vengono nascoste.
Parlare di cose tristi, non significa sempre esserlo, magari si ha solo più coraggio rispetto ad altri nel descrivere realtà che spesso vengono nascoste.
Mi piacerebbe pensare che il senso della vita avesse un senso quasi poetico, come guardare una stella, e chiedermi se la nostra esistenza sia uguale ad una stella, ma, non so rispondere, dovrei chiedermi perché esistono le stelle, e non so se la risposta che ho mi piace!
Posso anche decidere di non amare, di nascondermi perché mi resta più facile, ma se ciò che sento dentro è autentico posso percorrere chilometri, miglia, ma sempre sentirò quel sentimento perché il cuore ovunque vado dentro al mio petto resta.
L’unica vera libertà che abbiamo è quella di pensare. Eppure, paradossalmente, capita di sentirsi prigionieri di quegli stessi pensieri, generati – in totale libertà – dalla nostra mente.
Spesso chiudevo gli occhie immaginavo un prato in fiore…un cielo azzurro con nuvole biancheche mi invitavano a volare…un mare dal colore cangiante…verde… azzurro… bianco…le onde che si infrangevano a riva…Ma aprendo gli occhi,davanti a me potevo vedere solo un muro grigio…e poca luce…e non capivo neppure da dove quella piccola lucepotesse arrivare…Nel corso della mia vita…ho chiuso spesso gli occhi e sono riuscito sopravvivere,grazie ai miei sogni e ai miei desideri…in attesa di riuscire ad abbattere quel moro grigio…oggi chiudo ancora gli occhi…e quando li apro…vedo ancora il muro grigio… ma è lontanolontano…in mezzo ad un mare meraviglioso…e per di più…il muro ha un grande buco in mezzo…non sono riuscito d abbatterlo completamente…ma… ci sono passato attraverso…seguendo quella piccola luce che riuscivo a vedere…
I sentimenti non si gestiscono, non si accendono e spengono a piacimento… si vivono, o nel peggiore dei casi si subiscono.
Ho un migliaio di passi incompiuti nella mia mente. Un attacco a fuga di scene frammentate, immagini sparse, ammanchi come precipizi, i cui cigli mi stanno sempre in punta di piedi ed a rischio sbilanciamento nel mio usuale oscillare in andirivieni emotivo, fatto di buchi neri, senza orbite da in_seguire, nel perenne maremoto che arriva alle conche dei miei cieli per cadere in discesa libera in bolge umorali. Sono la pretesa del fuggire senza mai far ritorno, ché non mi sono posto sicuro, ma luogo sinistro da evitare.