Carmine De Filippo – Stati d’Animo
Ora che so chi sei tu, ho capito chi sono io.
Ora che so chi sei tu, ho capito chi sono io.
Chi non trova un attimo di tempo per amare il prossimo, non troverà mai pace per se stesso.
Quando tutto sembra andare per il verso sbagliato, chiudi gli occhi e ascolta il mio silenzio.
Io mi ritrovo, adesso, in uno sbaglio e nella catastrofe più totale mi riconosco, mentre guardo il mio riflesso nello specchio sorrido.
Sei così offuscata dalla rabbia che non vedi la mia sofferenza. Sono così offuscata dalla rabbia che non vedo la tua sofferenza.
Mi accosto all’immagine di una lastra di marmo. Piatta e fredda, si direbbe. Io, invece, rispondo: piena di venature. Porzioni levigate, bianche e finissime, altre granulose, intervalli di grigio tendente al nero o sfumati a cogliere accenni di azzurro, per poi, farsi più marcati e sembrare lividi. Ecco perché mi risaltano le venature, per via dei lividi con i quali entro, spesso, in confidenza perché senza non ci so stare e me li infliggo io per prima, anticipando i colpi di chi, pronto con la frusta in mano, mi farebbe ancor più male. Questo è il mio personale concetto di “tra i due mali, meglio quello minore” e quello minore è quello che m”infliggo io, si fa per dire, per carità, ché io picchio duro con il sadismo che mi tiene a braccetto e mi dà il salario a fine mese, lavoro alle sue dipendenze ed in tempi di crisi, non posso fare neppure la preziosa.
Riesco a guardarmi dentro, quanto non so guardarmi fuori. E quando queste due parti – l’essere e l’apparire – collidono, di me resta poco o niente.