Luigi Moretta – Stati d’Animo
La felicità, come la tristezza, non esiste, è solo uno stato in cui ci cristallizziamo inconsciamente.
La felicità, come la tristezza, non esiste, è solo uno stato in cui ci cristallizziamo inconsciamente.
Si arriva alla felicità? Non so, forse. Forse dopo tante cadute, tante rialzate, l’anima smette di credere ed incomincia a credere che la felicità sia solo un traguardo che non tutti riescono a raggiungere.
Ci sono giorni in cui mi sento soddisfatto di ciò che ho fatto, poi ci rifletto un attimo e mi rendo conto di avere fatto le stesse cose che faccio quando non sono soddisfatto di ciò che ho fatto.
L’introspezione ci fa trovare spazi immensi nei quali velate ombre vagano a rammentare il tempo ormai fuggito: rivisitando a tratti questi celati spazi, facciamo rivivere i ricordi e par così che ognuno di questi si vesta di nuova luce. Ciò che triste sembrava prima, ora è vivace e nel subconscio si riserva grande spazio.Ci certifica così la gratificante certezza di aver vissuto con il calore dei ricordi più belli e più significativi del nostro tribolato passato!
Vorrei essere il buio della notte, per assorbire luce, purezza e bellezza dalle stelle. Vorrei essere la luce chiara della luna per avvolgere e confortare l’anima di chi affronta paure, afflizioni ed il proprio dolore in silenzio e in solitudine. Vorrei essere l’amore, per sfiorare e aprire il cuore di coloro che vivono prigionieri del gelo interiore e della rassegnazione. E infine vorrei avere forza e coraggio sufficiente per combattere e sconfiggere il mio “piccolo inferno” quotidiano e donare il sorriso a chi ne ha bisogno!
Penso che la gente, quella gente, l’umanità che per me è stata sempre difficile, quella gente alla fine stia vincendo. Penso che il problema grosso sia che per loro sia tutto quanto una replica. Nessuna freschezza. Non un minimo prodigio. Semplicemente, continuano a macinarmi. Se un giorno vedessi anche una sola persona che fa o dice qualcosa di insolito, mi aiuterebbe a tirare avanti. Invece sono stantii, grigi. Non c’è slancio. Occhi, orecchie, gambe, voci ma niente. Rinchiusi dentro se stessi, si prendono in giro, fingendo di essere vivi.
Perché non tutte le persone hanno la sicurezza di un passato vincente, e errore dopo errore hanno imparato la prudenza, amaro veicolo del rimpianto. Perché per quanto ci possano provare, il breve tempo di esperienza che hanno alle spalle li inibisce, soffocando qualsiasi loro mossa. E anche un segno di cedimento li fa indietreggiare, ormai convinti che stia per crollare tutto.