Tahar Ben Jelloun – Stati d’Animo
Il silenzio era una strada, una via per tornare a me stesso. Io ero silenzio. Il mio respiro, il battito del mio cuore divennero silenzio. La mia nudità interiore era il mio segreto.
Il silenzio era una strada, una via per tornare a me stesso. Io ero silenzio. Il mio respiro, il battito del mio cuore divennero silenzio. La mia nudità interiore era il mio segreto.
Ti son stato vicino, ma te ne sei accorta solo quando oramai non c’ero più!
La cosa più semplice da fare a questo mondo è nascondersi dietro una maschera creata alla perfezione, modellata a regola d’arte per occultare una personalità scomoda. Una maschera per nascondere il marcio che c’è dentro. Ma molte persone non sanno, che la cosa più difficile è nascondersi per sempre (dietro quella maschera), perché la maschera non può tenere per sempre una realtà diversa da ciò che c’è dentro. Possiamo occultare, nasconderci, dietro una fittizia stabilità creata con finzione ed egoismo, ma la consistenza di ciò che c’è dentro anche se nascosto bene, prima o poi verrà fuori. Perché sarà il tempo a rivelare la sua vera natura.
Niente è più spiacevole del sentirsi incompresi dalle persone che invece dovrebbero conoscerti di più.
La consapevolezza dell’impossibilità del poter vederti accarezzata dalla luna è pari solo al desiderio che avrei di nutrirmi eternamente dei tuoi sorrisi e delle tue parole.
Ci si sente banali di fronte alla complessità di certe persone, impotenti, disorientati.
Penso che la gente, quella gente, l’umanità che per me è stata sempre difficile, quella gente alla fine stia vincendo. Penso che il problema grosso sia che per loro sia tutto quanto una replica. Nessuna freschezza. Non un minimo prodigio. Semplicemente, continuano a macinarmi. Se un giorno vedessi anche una sola persona che fa o dice qualcosa di insolito, mi aiuterebbe a tirare avanti. Invece sono stantii, grigi. Non c’è slancio. Occhi, orecchie, gambe, voci ma niente. Rinchiusi dentro se stessi, si prendono in giro, fingendo di essere vivi.