Alda Merini – Stati d’Animo
Vorrei parlarti del freddo del cuore, del mio cuore di radice ferita.
Vorrei parlarti del freddo del cuore, del mio cuore di radice ferita.
Prega perché la tua solitudine ti spinga a cercare qualcosa per cui vale la pena vivere, e grande abbastanza in nome del quale morire.
Non è che io non abbia bisogno di nessuno, è che vicino a me non c’è mai nessuno.
Ci sono cose che i soldi non possono comprare.
Quando si alza il sole solo, mi risplende un buio lucente sulla lama dei contrasti interiori e gli occhi mi sono inabili alla luce e camminerei sulle braccia per aver l’illusione di vedere dritte le mie visioni sconnesse, poi, avanzerei prendendo una storta sul polso e gravandomi sull’altro in quel disequilibrio che mi accompagna.
Assumono davvero forme strane le cose rotte che si cerca, alla meglio, di ricostruire. Ciò che si strappa farebbe meglio a rimanere spaccato, scucito a mostrare, orgogliosamente, tagli e ferite, anziché cercare di rattoppare con i soliti punti di sutura laschi e maldestri che, invero, fanno davvero uno scempio. Funziona così per tutto: bicchieri rotti, vetri scheggiati, unghie spezzate, cicatrici evidenti, cuori frantumati.
Ad ognuno di noi il proprio tramonto. I sogni sono destinati ad illuminare il cielo notturno. E a te nuovi occhi hanno dato amore. Io resterò’ qui, impronta di un’effimera illusione. Perché a pochi è concessa un’alba di luce.