Carol Cortiello – Successo
Non dobbiamo chiederci se siamo capaci di superare l’ostacolo che abbiamo davanti, ma solo quanto in alto saltare per superarlo. È lo slancio che ci separa dalla vittoria e nient’altro.
Non dobbiamo chiederci se siamo capaci di superare l’ostacolo che abbiamo davanti, ma solo quanto in alto saltare per superarlo. È lo slancio che ci separa dalla vittoria e nient’altro.
Vincitore è sempre colui che si mette in gioco e non chi resta a guardare.
Bisogna camminare sul successo con la stessa grazia di una Troia (femmina di maiale) che cammina su un tappeto di Marsh-Mallow.
L’ambizione non è che una semplice vanità passata di grado.
Ma allora: come fa a non andare tutto bene? Certo. Io sono un vincente. Sono uno di successo. Ma la parola “successo” ha un prefisso come tanti (su), ma un suffisso come pochi (cesso). Non è quindi soltanto l’anelito di uno stitico cronico, ma è anche qualcosa che comporta una pulizia e una depurazione. Oppure è un qualcosa che implica che per ogni risultato clamoroso, dietro c’e sempre una componente di merda. Sempre.
Vinco sempre quando non ho il bisogno di voler vincere. Premio serenità.
I geni sono inconsapevoli.