Silvio Berlusconi – Tempi Moderni
Soffro a pensare a qualcuno dell’Unione che partecipa a un vertice del g8. Se penso a qualcuno dell’altra parte seduto al tavolo nei miei panni con Putin, Bush e Blair francamente mi sento male.
Soffro a pensare a qualcuno dell’Unione che partecipa a un vertice del g8. Se penso a qualcuno dell’altra parte seduto al tavolo nei miei panni con Putin, Bush e Blair francamente mi sento male.
La civiltà moderna appare nella storia come una vera e propria anomalia: fra tutte quelle che conosciamo essa è la sola che si sia sviluppata in un senso puramente materiale, la sola altresì che non si fondi su alcun principio d’ordine superiore.
Il futuro è nelle immagini.
“Self”. Siamo la generazione devota ai pronomi riflessivi. Il resto non parla di noi e perciò non ci interessa, o meglio, non ci riguarda.
Il ventunesimo secolo, se sopravvivrà alla fine del mondo, passerà alla storia per la conquista dello spazio e per le straordinarie innovazioni tecnologiche e scientifiche. A ciò si contrappongono la perdita dei valori civili e morali, i molti conflitti fra Stati per motivi politici e economici, le guerre e rivoluzioni intestini, la fame nel mondo e il moltiplicarsi in modo esponenziale di nefandi delitti. In sintesi, nonostante le molte attività positive, il peggiore di tutti i secoli.
Se la logica e la matematica prendessero il posto della religione e dell’astrologia nelle scuole e in televisione, il mondo diventerebbe gradualmente un luogo più sensato, e la vita più degna di essere vissuta. Che ciascuno di noi porti dunque il suo contributo, grande o piccolo, affinché questo succeda, per la maggior gloria dello spirito umano.
Il futuro è l’unico tempo in cui possiamo andare.