Carlo Arosio – Tempi Moderni
L’antimoderno è quell’uomo che comodamente in poltrona sogna le scomodità del passato.
L’antimoderno è quell’uomo che comodamente in poltrona sogna le scomodità del passato.
Nell’era dell’informazione, l’ignoranza è una scelta.
Non sono le meraviglie a mancare, manca quel meravigliarsi al nostro guardare.
Sono contrario a tutto ciò che compromette l’ignoranza naturale. L’ignoranza è come un delicato frutto esotico: toccalo, e ne viene meno la freschezza.
Il ventennio breve. Un’epoca cominciata agli inizi degli anni Novanta, che aveva gradualmente spopolato le province, spostato masse di giovani fiduciosi in città. L’epoca del “miracolo economico”, della Ruota della Fortuna e del Gabibbo, quando sembrava ovvio poter vendere qualsiasi cosa: un progetto politico, un paio di gambe, un pezzo di truciolato spacciandolo per massello, è adesso finita e sepolta nei cartelli “fuori tutto” e “cessata attività”.
Sono tutte belle facciate di cattedrali, dove non vi è nessun Dio.
Sette miliardi di persone, sparse per il mondo, che vogliono tutto. Sette di miliardi di persone che ignorano la realtà preferendogli la fantasia. Che ci piaccia o no, questo è il nostro mondo. Un mondo di individui che lottano per appagare il proprio egoismo, il proprio egocentrismo, il proprio istinto prevaricatore. Un mondo di incurabili e inconsapevoli sognatori.