Antonietta Palermo – Tristezza
L’amore è una candela accesa, incontra tempeste e uragani, ma lotta fino all’ultimo per far risplendere l’arcobaleno. Un giorno però si stanca e si spegne in un lungo sonno.
L’amore è una candela accesa, incontra tempeste e uragani, ma lotta fino all’ultimo per far risplendere l’arcobaleno. Un giorno però si stanca e si spegne in un lungo sonno.
Non si dimentica una lacrima sincera, rimarrà sempre nel pensiero…
Le stagioni astronomiche non sempre coincidono con quelle emotive, ci sono inverni che sembrano primavere, e ci sono primavere che hanno i colori cupi dell’inverno.
La gente è talmente ignorante da non accorgersi che, credendo di ferire gli altri, ferisce poi solo se stessa.
Succede anche a me di alzarmi con il piede sbagliato, dove un niente mi fa perdere la pazienza e il sorriso, succede perché non sono infallibile e nemmeno santa. Succede a volte che il limite è quasi arrivato e avresti bisogno di scappare, di fermare il mondo un attimo e scendere, per questo esistono i silenzi nella mia vita e in quell’attimo scendo mi fermo e riparto di nuovo.
Il meglio deve ancora venire, ma mi sa che il mio si è perso.
Manca poco ormai… la mia discesa nel buio più profondo, nello sconforto più totale, è quasi arrivata a destinazione. È un cammino che ti morde dentro, che ti lascia senza speranze, che ti consuma lentamente, poi verrà la rassegnazione, il sentirsi ancora una volta un corpo estraneo al mondo. Infine, la faticosa risalita, l’accantonare dei sentimenti, l’annullamento della propria anima a scapito di una parvenza di serenità, senza guardare in faccia a nessuno, fregandosene di tutto e tutti, facendo del cinismo il compagno di viaggio prediletto fino a quando il cuore tornerà a vivere, fino a quando un raggio di sole tornerà a scaldare, fino a quando un sorriso porterà la gioia.