Federica Maneli – Tristezza
Facciamo tanto i forti e poi quando siamo soli piangiamo come bambini.
Facciamo tanto i forti e poi quando siamo soli piangiamo come bambini.
La vita ti riserva degli schiaffoni che ti arrivano dritti al viso e, quando ne hai presi così tanti, arrivi a un punto che solo il pensiero di prenderne un altro ti butta giù e gridi aiuto. Al tuo grido in molti corrono, ma nessuno ti tende la mano e ti dice alzati, ci sono io con te. E continui a rimanere giù mentre tutto passa, anche la vita.
Perché le ferite esterne si rimarginano e le ferite del cuore rimangono sempre aperte? Sono sempre lì, non smettono di sanguinare, come a ricordarci che il dolore non se ne va.
Mi sento intrappolata nelle sabbie mobili. più cerco di liberarli e più sprofondo in questa tristezza che mi tira verso il basso cercando in tutti i modi di soffocarmi.
L’estate che fugge è un amico che parte.
Finalmente ho capito. Il mio concetto di essere solo non significa essere senza persone intorno, ma essere senza avere accanto a me la donna che amo. Posso essere in piazza del Duomo a Firenze, sarei comunque solo. E visto che sei tu la donna che amo, solo significa essere in qualsiasi posto e con chiunque senza te al mio fianco.
La delusione è davvero il veleno della speranza, ogni volta che arriva è una fitta al cuore, nuove speranze spezzate, ma è essenziale tornare a sperare che sia in un’idea, in un sogno, in una nuova persona.