Davide Capelli – Tristezza
Sembra quasi che questa pioggia incessante voglia lavar via tutto il dolore e la rabbia dal mondo, per ridarci speranza, per dissetarci ancora, per farci navigare verso nuovi orizzonti.
Sembra quasi che questa pioggia incessante voglia lavar via tutto il dolore e la rabbia dal mondo, per ridarci speranza, per dissetarci ancora, per farci navigare verso nuovi orizzonti.
Sei uscito sbattendo i ricordi di noi.
Un attimo di voce si distacca da me ed io che non ho sempre più, non so dire nulla a parte “lacrime”.E poi comunque, sempre tutto ricade da qualche parte. Parole in altre parole, così come parole in lacrime.
La sofferenza ha un limite, la sofferenza ha un prezzo molto caro, io ti ho amato davvero e non meritavo di soffrire così tanto. Per me tu eri molto importante e non smetterò mai di odiarti da morire. Grazie amore mio per avermi fatta soffrire così tanto.
Lasciami! Lasciami! Io son troppo puro per te, non mi toccare! Non era proprio ora divenuto perfetto il mio mondo? La mia pelle è troppo pura per le tue mani! Lasciami! Stupido, balordo ottuso d’un giorno. Non è la mezzanotte più chiara? I signori della terra devono essere i più puri, i più sconosciuti, i più forti, le anime di mezzanotte sono più chiare e profonde di qualunque giorno. O giorno, tu brancichi verso di me! Cerchi a tastoni la mia felicità. Son per te ricco, solitario, un tesoro solitario, una camera dei forzieri? O mondo, tu vuoi me? Son io per te montano? Son per te spirituale? Son per te divino? Ma giorno e mondo, voi siete troppo goffi, abbiate mani più accorte, tendetele verso una più profonda felicità, verso una più profonda infelicità, tendetele verso qualche Dio. Non tendetele verso di me. La mia infelicità, la mia felicità, è profonda, o giorno bizzarro. Ma io non sono un Dio, non l’inferno di un Dio, profondo è il suo dolore.
Forse bisogna soffrire prima tanto per qualcuno, per capire che si può stare bene anche da soli.
Si è soli con se stessi tra il deserto della gente.